Parliamoci schiettamente tra veneti: quando si sbaglia l’approccio poi risulta sempre molto difficile recuperare il dialogo.

Il problema dei parcheggi usati come luogo di scambio sessuale da eterosessuali ed omosessuali con conseguente degrado delle zone circostanti lo sentiamo anche noi, la maggioranza delle persone ( e forse noi non lo siamo?) non frequenta questi luoghi, non ne ha bisogno e quindi anche noi prestiamo attenzione e collaborazione per la ricerca di una soluzione che ridia sicurezza e vivibilità a queste zone.

Forse questo sarebbe stata la maniera adeguata: dialogare.

Ma lo sceriffo ha scelto la strada della negazione, del richiamo agli orrori della pulizia etnica, incurante della circostanza che molti omosessuali hanno perso la vita nei lager, proviamo una grande tristezza per questa scelta scellerata e stolta, assieme ad un sentimento di rabbia perché questa infamia ha posto un’etichetta d’inciviltà su di una città che noi ben conosciamo e che sappiamo non condividere il pensiero dello sceriffo.

Confidiamo che Treviso, la Treviso città cordiale e civile che noi frequentiamo, saprà riscattarsi, lo chiediamo qui semplicemente senza necessità di baci pubblici in piazza.